Nella domenica in cui ottiene un inaspettato “successo bis” la rappresentazione teatrale in salsa aquesiana Pane, vino e rivoluzione di Roberto Colonnelli e Paolo Peverini, con la regia di Manuel Dionisi, il presidente dell’Associazione Teatro Boni, Tolmino Piazzai, presenta il “parterre spettacoli” del mese di novembre (orario unico d’inizio: 17.30).
Tra le attrazioni principali, spiccano le “attrici in rosa”: brave, talentuose ed esteticamente affascinanti protagoniste di cinque appuntamenti imperdibili.
Domenica 2 novembre, Maria Cristina Gionta porterà in scena Bellezza Orsini – La costruzione di una strega. Con lei sul palco Luca Negroni e le musiche dal vivo di Emiliano Ottaviani, per la drammaturgia e regia di Silvio Giordani e una produzione del Centro Teatrale Artigiano. Lo spettacolo rilegge fedelmente un testo di Michele Di Sivo, conducendo il pubblico nel 1528, quando la figlia naturale di Pietro Angelo fu accusata di stregoneria.
Domenica 9 novembre sarà la volta di Alessandra De Pascalis con Mi vedo co’ uno, un monologo ironico che illustra con leggerezza e intelligenza le difficoltà della donna nella relazione di coppia. Con lei Giovanni Zappalorto e Francesco Lappano, per una produzione Artisti Beremberg con la regia di Alessandro Carvaruso.
Antonia Di Francesco, insieme a Simone Sabia, Alessandro Moser (anche regista), Nicolas Di Biasio, Noemi Bordi, Andrea Ciamei, Mirko Lo Russo, Rachele Sarti e Roberto Fazioli, introdurrà il pubblico nel mondo pirandelliano con L’uomo, la bestia e la virtù, produzione SBAM Produzioni SRLS. Una commedia nera che offre una feroce critica all’ipocrisia sociale.
Domenica 23 novembre sarà protagonista Sara Valerio diretta dal regista Nicola Pistoia in Il caffè di cicoria, produzione Saval Spettacoli, che promette un raffinato equilibrio tra emozione e leggerezza.
A chiudere il mese, domenica 30 novembre, Giulia Ricciardi porterà in scena Parzialmente stremate insieme a Maddalena Emanuela Rizzi, per far brillare un acclamato esempio di “teatro seriale”, così come voluto dal regista Patrizio Cigliano.





